
Si sa che per molti quello che dice Musk è profezia, e quello che ha affermato ultimamente ha sollevato un polverone, cioè licenziare il 10% dei suoi dipendenti perché crede che ci sarà una profonda recessione economica.
La notizia non è del tutto nuova: il CEO aveva anticipato il tema a inizio mese, parlando di un “bruttissimo presentimento” relativo all’economia americana e mondiale, schiacciata da inflazione e incertezza socio-politica, cui si aggiunge la drammatica crisi generata dalla pandemia. I licenziamenti ci saranno, conferma Musk nel corso del Qatar Economic Forum di Bloomberg, e riguarderanno il 10% della forza lavoro di Tesla nell’arco di tre mesi. In particolare, il taglio toccherà solo i salariati. C’è da dire che Elon Musk è alle prese con diversi problemi in questi giorni: al di là delle questioni strettamente personali che occupano le prime pagine dei quotidiani (il riferimento va al figlio), ci sono un’acquisizione da completare (Twitter) con più o meno problemi in corso e infine una reputazione da difendere (scandalo delle molestie) e una polemica da sedare il prima possibile (i licenziamenti in SpaceX degli autori della lettera d’accuse). A tutto questo si aggiunge un’altra rogna non di poco conto: la riduzione del personale in Tesla.
Le assunzioni sono bloccate ormai da diverso tempo – nonostante l’imminente avvio del Master Plan 3 – e ora il personale viene ridotto: “là fuori c’è un uragano che sta arrivando”, ha detto il CEO di JP Morgan Jamie Dimon, e la stessa amministrazione Biden non ha negato che la recessione possa prima o poi abbattersi sull’economia americana. E una soluzione, per Musk, sarebbe quella di incrementare il numero di lavoratori pagati a ore: un modo a suo dire più flessibile rispetto al salario mensile. Non dimentichiamo neanche dei guai giudiziari, ricordiamo infatti che è stato citato in giudizio da un cittadino americano che accusa l’uomo più ricco del mondo e le sue società Tesla e SpaceX di “essere stato derubato attraverso lo schema piramidale del Dogecoin”, la “moneta virtuale del popolo”, come lo stesso Musk l’ha più volte definita. La cifra richiesta è di 258 miliardi di dollari.